“Hello darkness, my old friend
I’ve come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence”

Era il 1966.
E Simon & Garfunkel scrissero queste parole e note per quella pellicola che porta il titolo de “Il Laureato”.

Era l’anno in cui
Luna 9 toccò la luna,
fu cancellata l’assurdità dell’indice dei libri proibiti,
un cuore di metallo per la prima volta sostituì un cuore vero.

Era l’anno in cui il Vietnam divenne guerra e Mao Zedong in Cina fece una bella Rivoluzione.

Era l’anno in cui Franca Viola dall’alto dei suoi 17 anni divenne bandiera dell’emancipazione femminile dicendo NO al matrimonio riparatore, aprendo in parte le porte ai cambiamenti del ‘68.

E poi l’alluvione di Firenze, la morte di Walt Disney e la nascita di Superstudio e Archizoom.

Era quell’anno in cui tra scoperte tecnologiche, eventi epocali e rivoluzioni, nacqui io “sotto il segno dei pesci” (ma Venditti ancora non lo sapeva….).

Io che amo raccontare con immagini, parole ed oggetti ogni cosa che vedo e sento….io che non amo parlare di me.

Perché vedo in quello che faccio molte più parole di quelle che potrei dire cercando di raccontarmi.

Io sono un artigiano.

Buone mani, mente libera e curiosa e nel DNA una strada già aperta da un talentuoso nonno.

Tutto il resto sono mere tappe cronologiche che mi hanno portato sino ad oggi a fare il lavoro che faccio.

E che amo.

Una passione che rendo tridimensionale nei miei bijoux, fatti di costante ricerca, vivo interesse per ciò che mi circonda (dall’Arte, alla Moda, alla Cucina….) e un pizzico di poesia.
Un mix di elementi che shakerati rendono la mia creatività trasversale.

Mi piace quando i miei bijoux vengono definiti gioielli ma gioielli non sono: sono oggetti carichi di ore di fallimenti, carichi di momenti di gioia e vortici di paura.
Sono pezzi del mio cuore, della mia storia e del mio decennale percorso creativo.
Sono monili che creo con tutta la passione che ho e con le mille lacune che quotidianamente cerco di colmare continuando a sperimentare nuove tecniche e nuove idee.

Sono pezzi sbagliati, unici nei loro difetti dovuti all’umana imperfezione del lavoro puramente ed
INTERAMENTE MANUALE (dal packaging al prodotto finito)

Le mie mani sono il dono più grande, il mio entusiasmo il necessario carburante, i miei occhi la
fondamentale finestra sempre aperta sulle questioni della vita.

Sono un artigiano e mi racconto in quello che faccio.

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone,
‘Neath the halo of a street lamp,
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the
flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence